mercoledì 24 gennaio 2007

Area democratica: uomini o burattini

Che la politica valdostana sia da tempo inquinata da comportamenti ambigui, da strani mercanteggiamenti trasversali a molte forze politiche, non fa che evidenziare la nostra distanza dall’Europa e la nostra vicinanza ai costumi del trasformismo italico (che tanto critichiamo a parole). Ma la politica è ancora possibile per gli uomini liberi o è ormai prerogativa di pochi “potenti” e dei loro “vassalli”?
Intervengo sulle pagine del Travail – e non altrove dove la provocazione su una presunta manovrabilità degli uomini, delle donne e dei giovani di Area democratica è stata lanciata – perché ritengo sia giusto approfondire tale questione proprio sul giornale del nostro partito.
Ci sono due modi per togliere credibilità a un gruppo di persone che si affaccia sulla scena del confronto democratico. Il primo allude al tradizionale proverbio del soffocare il bambino nella culla. La strategia più usata è quella del silenzio, in particolare mediatico. Se nessuno parla di Area democratica, le idee e i programmi dei suoi aderenti non esistono.
Mi pare che la tenacia di chi ha promosso Area democratica sia tale da sventare, almeno sulle prime, questo inconveniente contrario al principio del pluralismo, sempre più indispensabile al nostro partito per evolvere in una forza di maggiore rappresentanza.
Il secondo è quello, assai poco nobile, di diffamare o sminuire chi si comporta da cittadino e cerca di partecipare con le sue idealità, con le sue piccole energie, ed anche coi suoi limiti, alla vita pubblica. La strategia migliore, nel caso in cui nessuno abbia mai subito condanne e sia integerrimo dal punto di vista professionale, è quella di alludere a presunti manovratori misteriosi (e naturalmente pericolosi) che tirerebbero le fila di ingenui compagni-burattini.
Replico – senza animosità alcuna – che alcuni compagni dell’Area democratica non erano considerati burattini quando vennero nominati membri della Direzione del partito. O già allora si pensava di manovrarli a piacimento? Mi piace pensare che quei burattini siano diventati dei piccoli Pinocchio senza fili che finalmente scappano da tutte le parti, ormai divenuti bambini e dunque liberi.
Infine sarebbe opportuno che coloro che ritengono di conoscere il burattinaio Mangiafuoco rendano pubblico se abita ancora in avenue des Maquisards o si è trasferito in rue de Tillier o in rue de Maistre; così gli ingenui compagni di Area democratica saprebbero dove andare a ritirare le veline dei loro interventi.
Fuor di metafora, per noi dell’Area democratica – al contrario (ed è per questo che siamo nati) – sarebbe importante ricominciare, con molta umiltà, dalle stanzette di corso Battaglione Aosta e dalle nostre sezioni sul territorio a costruire delle linee programmatiche discusse e condivise all’interno del partito (con la fatica che ciò comporta), e chiare anche all’esterno, ai cittadini, per riprenderci la nostra autonomia di pensiero e di elaborazione.

Raimondo Davide Donzel

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno a tutti,
con un po’ di imbarazzo scrivo il mio primo post ma non poteva esserci occasione migliore che commentare questo articolo di Donzel.
Ringrazio gli amici di Area Democratica per il grande lavoro che stanno svolgendo.
Confrontarsi sui temi più disparati, discutere senza sentirsi mai inferiori ma soprattutto poter parlare e dare spazio e voce anche ai giovani è sicuramente un gran bel risultato.
Provo grande ammirazione per le persone che, segnalando vari articoli o siti, stanno sollecitando il dialogo.
Mi devo ricredere ache su coloro che, vista la loro carica politica, danno spiegazioni e mi rendono partecipe di quanto sta avvenendo a livello comunale e/o regionale.
Spesse volte leggendo i giornali non riesco a capire la vera natura degli avvenimenti e il dialogo e il confronto è indispensabile per non creare incomprensioni.
Per quello che riguarda invece la denuncia fatta posso affermare con assoluta tranquillità di non sentirmi assolutamente manovrata da niente e da nessuno e mi farebbe piacere che le persone che pensano il contrario anziché sparare a zero iniziassero a partecipare allo spazio democratico all’interno del forum.
Chissà che anche loro come me non possano ricredersi......
Con sincerità.

giorgio.b ha detto...

Francia, Versailles, XVIII secolo. Nel 1755 nasce una bellissima bambina in casa Jarjayes. Il Generale omonimo rifiutando l'idea di non poter avere un erede maschio
Eternamente combattuta nel suo doppio ruolo non riuscirà ad impedire al suo Cuore di Donna di innamorarsi. Corteggiata ed invidiata da donne e uomini affascinati da tanto coraggio e bellezza. Incontrerà personaggi, più o meno importanti, a corte e fuori. Sventerà congiure contro la Famiglia Reale incrementando il proprio valore come militare.

Sullo sfondo i poveri parigini insorgono nel vedersi prosciugare i pochi averi dai capricci di un'immatura Regina. Oscar tenta inutilmente di rinnegare per sempre il suo passato di donna, e proprio quando la sua decisione sembra inoppugnabile, il suo istinto femminile prende il sopravvento e la sua vita una svolta incontrollabile.

Proprio come la Francia in cui nuovi pensieri, nuovi sogni, prendono forma abbattendo le vecchie barriere ideologiche."Libertà, Fratellanza, Eguaglianza" è questo il grido unanime. Libertà di amare, di esserci. Di essere un popolo, un uomo, una donna...

Cara Lady Oscar vorrei riportare questo tuo messaggio sul Forum di AREA DEMOCRATICA e nel contempo invitarti ad iscrivere il tuo nome e partecipare attivamente su quel luogo che noi riteniamo deputato alla discussione. Dunque Lady Oscar, nessun imbarazzo... ti attendiamo in compagnia della tua spada molto raffinata.

giorgio.b

VOCI DALL"ASSEMBLEA DEI DELEGATI

Area Democratica di Giorgio Bruscia
E' mio parere che sia giunta l'ora di formalizzare al nostro interno, una nuova sensibilità politica con nuovi principi che contrastino il formarsi di stravolgimenti, incomprensioni che ci allontanano dal retroterra culturale liberalsocialista che ci ha distinto e connotato. La composizione di questa Area Democratica tende a colmare alcune mancanze, ripensare le diverse amnesie, correggere le molte revisioni che il nostro partito e qui parlo di quello regionale, ha patito costantemente nel tempo. Ho deciso di non confidare più sui nostri riformisti al prosciutto. Noi crediamo negli azzeramenti e nelle successive ricostruzioni. Non vogliamo più sentir parlare di riforma se la parola significa spostare due virgole, purché tutto resti com'è. Ad esempio si è capaci di riformare la complicata situazione finanziaria del partito rendendo inamovibile e certo l’autofinanziamento, basandolo su regole certe, chiare, condivise e rispettate?

La passione politica è finita? di Raimondo Donzel
“I partiti di oggi sono macchine di potere e di clientela: scarsa conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, programmi pochi o vaghi, passione civile, zero.” Queste sono parole di E. Berlinguer. Sono passati 25 anni; ma come sono attuali. La questione morale resta il punto di partenza di ogni ragionamento. È lì a pungolare il nostro agire quotidiano. Per ritrovare un luogo vero di dibattito, alcuni compagni hanno deciso di costruire un’Area democratica. Contro i metodi improvvisati e/o autoritari l’Area democratica vuole che la politica possa tornare ad essere spazio collettivo di espressione autentica delle persone. Fassino promuove il riformismo. Ma ci sono due riformismi. Quello delle chiacchiere e quello dei fatti, che crea rotture e anche scontro sociale (perché attacca lobbies e privilegi). Per fare le riforme ci vuole coraggio (Blair, Zapatero). Di quale riformismo stiamo parlando in Valle d’Aosta?

Partecipazione e discussione della base di Gianfranceschi Paolo
Che siamo tutti democratici non vuol dire nulla, la Partecipazione, la discussione, la sintesi, fanno la democrazia. La nascita di un partito democratico, non è un evento che innalza i nostri cuori. Sopratutto se di questo futuro partito non sappiamo nulla, se non cronache minuziose e forse faziose che documentano la ricerca d’affannosi equilibri tra gruppi dirigenti che lo promuovono o l'ostacolano. Quindi per tutto ciò attenderei i tempi del dibattito nazionale perchè i tempi unici e compressi sono sempre troppo coercitivi. In attesa aderirò al progetto di Area Democratica, proposto dal compagno Donzel dove la "partecipazione" "discussione" e "sintesi" dei compagni della base saranno essenziali, per continuare a lottare, e credere nei valori della sinistra.

Torniamo al dialogo con la gente di Emilio Zambon
Nonostante quel che se ne dica, la logica delle mozioni del Congresso di Quart non è affatto superata. Infatti, mai come oggi, il dibattito politico all’interno del nostro partito è bloccato in uno sterile ostacolarsi tra i due schieramenti, con mezzi talvolta ai limiti delle regole. Questo non interessa, anzi infastidisce i nostri iscritti della Base, che mai come adesso si sentono poco rappresentati dal Partito e faticano a comprendere il suo Gruppo Dirigente. Per un Partito che fa dell’etica la propria bandiera e della presenza sul territorio la propria forza trainante, questo è grave e ci obbliga ad una preoccupata riflessione. Dobbiamo tornare al dialogo con la gente comune; devono tornare argomento centrale del nostro discutere i problemi dei Cittadini e del Territorio, solo così potremo uscirne con un Partito più forte, rinnovato, credibile, Democratico.