AREA DEMOCRATICA
LE FINALITA’
Il termine partito richiama la parte, la fazione. La politica è divisione, conflitto fra interessi, gruppi e individui. E’ anche capacità di aggregazione, rapporto di forza, capacità di governo e elaborazione ideale. Ma è anche passione, ricerca di un ideale, di un progetto.
Di qui la necessità per un partito politico di avere un’identità, una ragione fondamentale etico - politica dalla quale far discendere una strategia di programma, uno statuto organizzativo e un’idea di leadership.
In democrazia, il partito svolge una fondamentale e positiva funzione di raccordo tra la società civile e le istituzioni. Esso è un mezzo attraverso il quale sviluppare proposte politiche, aggregare, confliggere. E’ un mezzo, inoltre, attraverso il quale si forma e si seleziona gran parte del ceto politico.
Nell’attuale momento storico il nostro partito è stato svalutato nel suo ruolo democratico positivo. Da spazio pubblico di discussione, è divenuto sempre più comitato elettorale, luogo di accordo tattico contingente e non luogo della rappresentanza, partecipazione e progettazione. Le alleanze sono spesso fondate sul particolare e non prevedono un’elaborazione culturale che le possa costituire e consolidare.
Si rincorre il consenso attraverso i proclami, la lusinga delle persone e dei gruppi sociali. In questo senso, la classe dirigente politica si sovrappone, si confonde con le richieste della società civile non potendo regolare gli slanci e gli interessi particolari. Oggi il nostro ceto politico non anticipa più e non precede la società, perdendo così la sua funzione di dirigenza.
Ed ecco che la società politica risulta estranea dal generare prospettive strategiche di lungo periodo, di selezionare classe dirigente se non con il metodo della cooptazione che causa solo de-responsabilizzazione verso la comunità e lede ogni possibilità di meritocrazia.
IL PROGETTO
Come pensare, dunque, di rilanciare (attualizzandola) l’idea di partito? Innanzi tutto facendo nascere “Area Democratica” e muovendo dai principi di una cultura politica che generi programmi, regole, coerenza nei comportamenti individuali e collettivi, con serietà e progettualità forte.
Qual ‘ è la differenza tra ideologia e cultura politica? Come si può intendere il rapporto tra etica e politica o tra economia e politica? Qual è oggi il concetto di metodo democratico? Cos’è un partito? Cosa la sua identità e, soprattutto, cosa si intende per identità democratica? Qual è il ruolo della cultura, dei principi nell’agire politico e, in particolare, in un partito politico?
Ecco a cosa deve rispondere con la discussione provocata dalla base del partito “l’Area Democratica”. Analizzare e valorizzare il concetto di identità democratica. Esaminare i concetti di democrazia, libertà, laicità, giustizia, riforma, comunità, interesse, individuo, persona, società, cultura.
Intendiamo “Area Democratica” non come magma ideologico, ma cultura etico politica in grado di: a) Far dialogare diverse organizzazioni secondo democrazia. b) Far sostenere e proporre una politica che dia la possibilità di saldatura fra associazioni, iscritti e non, militanti e società civile per comunicare integrandosi reciprocamente. Ma soprattutto dare davvero voce ai giovani.
“Area Democratica” vuole agire secondo un metodo dialogico, attraverso interviste, incontri, discussioni, analisi e segnalazioni di documenti, articoli, statistiche, e contributi sulla società, dibattiti su forum, utilizzando strumenti come internet e posta elettronica.
Sono queste le fondamentali questioni che “Area Democratica” intende affrontare nella consapevolezza che solo una seria e ampia elaborazione possa dare prospettiva all’agire politico. Una cultura, un’identità, una partecipazione allargata. Essa è infatti, secondo noi la necessaria condizione per il rinnovamento della politica portando confronto, progettualità e coerenza.
14 commenti:
Quando le riunioni ufficiali dei partiti, direzioni, assemblee vanno deserte o si fatica a raggiungere il numero legale, val la pena interrogarsi su dove sia finita la gente? Secondo me, sì. E aggiungo, se un gruppo dirigente non reagisce al calo della partecipazione, non cerca strade nuove per coinvolgere le persone, la cosiddetta società civile, accontentandosi di misurarsi solo in prospettiva delle elezioni, allora la sua missione sta venendo meno. Le idee, i programmi, l'attenzione ai problemi dei cittadini sono frutto del contributo di molti (non delle intuizioni di pochi, che pure servono ad avviare le discussioni). La politica e chi fa politica deve tornare tra le gente. Sempre che ci riconosciamo in un progetto riformista di centro sinistra!
Come brevemente ho accennato a Giorgio Bruscia nel giorno di presentazione di area democratica, una buona idea sarebbe quella di iniziare a raccogliere le varie istanze dalla gente e suddividerle per temi organizzando poi dei dibattiti per raccogliere le varie idee.
Una sorta di fabbrica del programmma o di incontriamoci due esempi di come si devono sfruttare le nuove tecnologie per usare lo strumento "politica" finalizzato alla crescita e al benessere del Paese.
Se riuscissimo a fare anche in Valle d'Aosta la stessa cosa sarebbe bello e credo un buon inizio...
Cordiali saluti
Carmelo Pace
Ieri ho ricevuto da un caro amico, un compagno (collocato un pò più a sinistra), una mail in risposta ad una mia, dove gli annunciavo della nascita di Area Democratica e del suo blog in rete. Si sa che alcune volte, sull'altare dell' amicizia, si sacrificano in nome di questo sentimento profondo, alcuni principi che con altre normali persone, e sollecitati allo stesso modo, si risponderebbe come il primo dei "giacobini". Questo per dire che da lui io accetto molte sue critiche, molti suoi punti di vista, e diverse considerazioni sul come fare politica oggi.
Purtroppo da alcuni tempi a questa parte, vedo nelle sue risposte un atteggiamento di chi ha imboccato la china dell'intolleranza. Insomma noto in lui la persona che crede di avere visto finalmente la "Luce". Tutto questo in funzione di un suo maggiore ascolto da parte dei suoi nuovi dirigenti. Capisco che questo è un punto fondamentale nella vita di un partito democratico, anzi se potessi direi più che basilare. Ma alcune volte, come diceva anche un grande rivoluzionario, bisogna sapersi mimetizzare nelle pieghe del potere, non per agevolarlo, ma per essere presenti nel momento in cui dall'interno è necessaria una spallata per abbatterlo.
Scappare sempre, non lottare contro le difficoltà, assumendo sdegnati la posizione dell'incompreso, preferendo sempre le poche voci di un gruppo, ma che canta "a cappella", mi lascia qualche dubbio. E' vero che questo gruppo si esibisce su un altro proscenio, più radicale e intransigente del mio, ed è pure "acusticamente accettabile", ma gli spettatori? Sempre i soliti parenti? Così credo che non si ottenga granché, se non il fatto di fare esibire quartetti, sestetti, ma mai un vero coro scaligero che possa ottenere successi e attenzioni generalizzate.
Caro amico, il nostro compito è di ridare al maggior partito della sinistra valdostana, quella dignità, quella autorevolezza che le compete e che da sempre le spetta. Non solo come una realtà numerica, ma soprattutto come il maggiore interlocutore politico, come una guida morale, quando si presenteranno le occasioni - ne avremo anche a breve scadenza - e tutti i partiti del centro sinistra valdostano dovranno chiarirsi e aggregarsi non solo a parole, ma anche nei programmi.
Giorgio
Dopo la perfetta risoposta dell'amico e compagno Giorgio, vorrei dire due cose al compagno Tony.
La prima,eri con noi in prima linea, per il rinnovamento dei d.s.g.v. nell'elezione di Sandri/ Laurino a segretario,dove ti ricordo vincenmmo con il 70% dei consensi.
La seconda,se vuoi fare iscritti nuovi,non cercare in A.D.,dove ci sono nostri compagni,che si sforzano di cambiare i d.s.g.v dall'interno senza scappare o cercare facili consensi.
La terza,se vuoi parlare con noi di politica, invitaci all'espace, visto che costa poco,e che secondo tè siamo in quattro gatti.
Gianfranceschi Paolo
ciao sono una compagna di vecchia data e vedo con piacere la nascita dell'Area Democratica come un luogo dove finalmente ognuno possa esprimersi liberamente, dove si possa discutere non solo di politica ma dei problemi della Nostra realtà regionale.
A presto e auguri a tutti di un buon anno nuovo
Roma, 17 dicembre 2006
Ora riforme per far correre il Paese:
Archiviata la finanziaria, ha detto Prodi, il governo ha ora davanti a se l'obiettivo di avviare quelle riforme necessarie per rimettere il Paese nella condizione di correre.
"Con la finanziaria abbiamo voluto dare una direzione nuova al Paese, una direzione in cui abbiamo i conti in ordine e tutte le risorse possibili per lo sviluppo. Adesso dobbiamo vedere tutti i problemi più delicati e più forti dello sviluppo e indirizzare ancora più energie in quella direzione. Noi vinciamo - ha aggiunto - se, come io penso, il Paese comincia a correre di nuovo; quindi, ogni sforzo va in quella direzione. Io credo che ce la facciamo, perché il Paese ha le energie per reagire, per ritornare in gara fra i primi della classe in Europa. Solamente, lo dobbiamo aiutare con provvedimenti e riforme che permettano questa corsa. Il primo schema di liberalizzazioni ha avuto molto successo. Seguiranno altre decisioni per permettere agli italiani di correre. Questo e' quello di cui abbiamo bisogno".
E IO CONTINUO A PARLARE DI RICERCA PERCHÈ ESSA VIENE PRIMA DELLA PRODUZIONE, NON BASTANO AUTO, ABBIGLIAMENTO E TURISMO:
Ai cittadini (non diplomati, diplomati e laureati) serve un lavoro dignitoso, il lavoro esiste se le aziende sono competitive, la competizione in Italia però non è mai esistita, non esiste la cultura della competitività onesta (io parlo della Competitività non della mafia delle lobby), adesso con la globalizzazione impariamo a conoscerla sulla nostra pelle tutta in una volta, arriviamo da 5 anni di Berlusconismo che ha ulteriormente fatto tabula rasa di ogni nostra velleità al punto tale da chiedersi se Università scientifiche e enti di ricerca avessero ancora uno scopo (in Cina sono circa 800 mila/anno i laureati delle facoltà tecno-scientifiche e ammontano a circa 130 mld di dollari gli investimenti in ricerca & sviluppo nel 2006).Quanti anni serviranno all'Italia per recuperare, se mai ci riusciremo?
In Italia non esistono imprenditori, esistono speculatori finanziari e personaggi a cui le sfide che pone la ricerca & sviluppo e l'innovazione non piacciono perchè non prevedono accordi di mercato sottobanco.
Questa categoria andrebbe tenuta in continua osservazione con essa le banche...
Le grandi aziende ex-statatali diventate però a monopolio privato hanno raccolto dalle bollette (CIP6) mld che servivano per gli investimenti in nuove tecnologie (comprese le energie rinnovabili) e quindi per la creazione di nuovi posti di lavoro ma nulla...al massimo si parla di nuovi aumenti, dove finiscono tutti sti soldi?.
Le aziende italiane in collaborazione con i centri di ricerca statali falliscono e i centri di ricerca non potendo fare altro girano i progetti all'estero, che schifezza di paese è questo? cosa lasciamo ai nostri figli?
Non mi aspettavo comunque miracoli dopo 5 anni di devastazioni nella scuola, nella giustizia, nell'economia, nelle politiche sociali, nella sanità...
Alla gente importa, poter avere un lavoro e dei soldi per vivere, i soldi non saranno tutto certo, ma ricordo che questo mondo è basato sui soldi e senza soldi si muore di fame.Lo abbiamo voluto così, ora dobbiamo farlo funzionare bene!
PS pensiamo ad una legge speciale per gli evasori fiscali...
"Chi evade le tasse è tre volte ladro.
La prima volta perchè sottrae risorse alla comunità in cui vive. Risorse che non potranno essere destinate a scuole, ospedali, strade. La seconda perchè altri cittadini devono pagare di più a causa sua. La terza perchè comunque il triladro usa le strutture del Paese a sbafo.
Evadere le tasse è come rapinare, anzi meglio, è una rapina senza rischio: al posto del palo ci sono i politici."
Carmelo Pace
Da Repubblica del 29 dic 2006
I furbetti del quartierino 2...gli italiani si interrogano, chi siamo veramente?
Dall'ingresso dell'euro ad oggi gli aumenti sui prodotti di uso quotidiano
In cima alla classifica accendini, giocate minime al lotto ma anche lavanderie e telefonate
Lira-euro, rincari fino al 93,2% dal 2001
I dati del Codacons su beni e servizi
ROMA - Dalla prima colazione all'ora di cena le tasche degli italiani, secondo i dati Codacons, subiscono da cinque anni un lento e costante appesantimento di spesa. La causa, secondo la percezione generale dei consumatori, è da attribuirsi al passaggio dalla lira all'euro quando diversi grossisti e commercianti (ma anche lo Stato) decisero aumenti spropositati e la passarono liscia. Così la Codacons, per verificare gli effetti della moneta unica sui prezzi di beni e servizi nelle principali città italiane, ha messo a confronto i costi di cento articoli dal 2001 ad oggi. Ne emerge un quadro di rincari che tocca punte sino al 92,3 per cento. Volendo rifare il conto anno per anno si va, comunque su incrementi che oscillano tra il 5 e il 15 per cento ogni dodici mesi, anche se è evidente che la maggior parte degli aumenti si concentrarono nei primi mesi dall'ingresso nell'euro. Quei mesi, cioé, in cui l'italiano medio cominciò a pensare e a constatare che l'euro del suo stipendio, in realtà, valeva mille lire e non 1936,27 come da cambio ufficiale.
Nel paniere esaminato dal Codacons gli aumenti più vistosi riguardano gli accendini, le giocate minime al lotto - passati da 0,52 centesimi a un euro (+92,3per cento) - e le penne a sfera. Ma anche i servizi: se per lavare un cappotto nel 2001 bastavano 2 euro e 58, oggi si pagano 4euro e cinquanta. E il telefono costa il 25 per cento in più a scatto.
I dati raccolti si riferiscono a una media fra grande e piccola distribuzione.
Per la prima colazione si registra un aumento del prezzo dei cereali da 1,83 a 2 euro e quaranta. E poi: saponette (+25%) e bagno schiuma (+26,2%). Un euro per il biglietto dell'autobus che vi porta al lavoro (contro i 77 centesimi del 2001).
Dopo una mattinata in ufficio, pranzo al volo. Un supplì ed una birra (trenta per cento in più). Cinque euro se preferite una pizza margherita che nel 2001 costava 3,36 euro. Un'ora libera? Ne approfittate per andare in posta. Per il vecchio bollettino di conto corrente da 77 centesimi ora vi chiedono un euro. E se invece potete lasciarvi andare al relax pagate il cinquanta per cento in più rispetto al 2001 per parrucchiere, sigarette e fumetti. Al vostro bambino serve un quadernone? Costa il 38,8 per cento in più. Idem per collant, gambaletti e deodorante.
E' finalmente ora di cena. Tra il quaranta e il cinquanta per cento di rincari le uova, il riso, la candeggina e la farina. 52 centesimi in più sui limoni. E il sale è ancora più salato dopo l'aumento del 59 per cento. Persino l'olio di semi è passato da 1,39 euro a 1,90. Se invece preferite accontentarvi di un veloce tonno in scatola, costa 9 euro e 99 al chilo (contro i 7 euro e 9 centesimi).
Vi accingete a lavare i piatti: spendete il +65,2% per il detersivo. Meno caro quello per la lavatrice, passato da 5 euro e 5 centesimi a 6 e 80. E per rispettare le sane e vecchie abitudini dopo un pasto rincarato, mettete in conto due euro e cinquanta per lo spazzolino da denti (+38,1%).
La giornata è stata stressante e avete mal di testa? Anche l'aspirina è aumentata del 25,4 per cento. E se avete un gatto, i rincari scattano anche per lui. Una scatoletta grande è aumentata negli ultimi cinque anni del 31,5%.
O si abbatte il costo della vita o si raddoppiano gli stipendi.
Se si abbatte il costo della vita il Paese diventa più competitivo.
Forse è arrivato il momento di rifare i conti, con relativo decreto legge.
Carmelo Pace
Carissimi compagni, caro Carmelo,
quello che hai scritto è giusto. Sul piano generale, i temi che hai toccato sono quelli che dovremmo iniziare a trattare, perchè noi facendo parte delle istituzioni ci dobbiamo organizzare meglio. Fare anche come dici tu e cioè raccogliere le varie istanze dalla gente e suddividerle per temi organizzando poi dei dibattiti per raccogliere le varie idee. Dunque per entrare subito nel confronto dialettico vi dico subito come molte e brutte sensazioni si stanno affollando nella mia testa, in questi ultimi tempi, proprio quando parliamo della base. Quando parliamo cioè di quegli uomini che, fino all'altro ieri, facevano parte del nostro partito che ha sempre avuto in primo piano gli interessi dei lavoratori. Ora io chiedo quanti di noi in Valle si sono accorti ad esempio di cosa è capitato nell'imp. telefonica Mazzoni con sede ad Aymavilles? Ora un bel numero di lavoratori sono stati mandati a casa e la Mazzoni ha chiuso proprio perchè la Telecom, ha revocato una consistente commessa lavorativa, mandando in crisi totale ciò che una volta era una fiorente impresa che dava lavoro a 50, 60 persone che vivevano e si sostenevano con uno salario sicuro. Ora dove siamo stati noi a non vedere e a non sostenere questi lavoratori? Cosa penseranno di un partito come il nostro che, non ha minimamente inciso neanche sul piano dialettico e dunque di denuncia di cosa stava capitando. Io lo so e diranno: non faremo più parte di un partito che ci ha disconosciuti, che si è comportato come una matrigna priva di amore verso quei figli che dice non suoi! Perchè non gli abbiamo dato le nostre attenzioni? Perchè i nostri dirigenti, quella classe obsoleta che continua a vivere tra le nuvole, giocando a risiko nelle stanze del partito, non hanno mai un progetto che uno? Magari ancora oggi non sa niente di questo grosso incidente. E' vero, molti superficialmente potranno dire: ci sono i sindacati! Ma che centra con la sensibilità di un partito dei lavoratori? Noi ci dobbiamo attivare per altre vie e con proposte, che al nostro interno si devono elaborare programmaticamente, portarle ai nostri rappresentanti in consiglio regionale che sensibilizzino tutta la classe politica regionale per una eventuale soluzione alternativa. Ma abbiamo mai visto in questi ultimi anni fare un lavoro di questo genere? Io personalmente mai. Al massimo ci si attiva per le solite logiche di sopravvivenza politica personale e al momento opportuno quando ci vogliono fare alzare la mano per approvare cose già preconfezionate. Ora è un pò tardi, a me pare, ma spero che, con la rinnovata lena dell'agire, un pò come un innesco chimico, noi di Area Democratica abbiamo iniziato a mandare segnali molto chiari di rinnovamento. Spero, che riusciremo ad arginaremolti attacchi concentrici che mirano ad espropriarci dal partito, anche quella nostra peculiarità di essere vicini al popolo, alla gente che so, magari proprio dai nostri "competitors " oggi alleati nell' AAP. Già in molti, stanno facendo campagna di tesseramento sui nostri iscritti e simpatizzanti, già in molti, vedendo in noi un partito un pò allo sbando, sperano di recuperare "i fanti" della base in fuga. Dobbiamo rimotivarli tutti. Sì, tutti, anche molti nostri compagni della direzione, che mi sembrano abbastanza vicini a noi di Area Dmocratica e sensibili a certe nostre pacate e ragionevolissime proposte. Se dessero seguito alle loro volontà che ci hanno confidato, rivitalizzerebbero da subito in maniera consistente l'attuale anonimato politico, tuttora solo alla ricerca di una posizione virtuale, meritoria solo di visibilità mediatica ed economica e basta.
Giorgio
PENSIONI
Da Repubblica di oggi
Prodi: "Bisogna garantire
le pensioni anche ai giovani"
BELLUNO - "Le pensioni non vanno garantite soltanto agli anziani, ma anche a chi entra ora sul mercato del lavoro ed a quelli che ci entreranno tra dieci anni. Questo è un compito di lungo periodo, non è soltanto qualcosa per il domani. Proprio per questo dobbiamo dare un forte ritmo allo sviluppo". Lo ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi. "I giovani - ha aggiunto - sono una mia fissazione. La ripresa dell'Italia avviene attraverso l'espressione nuova della generazione più giovane". "Dobbiamo - ha concluso - in qualche modo permettere a loro di sperimentare e mettersi alla prova, di fare qualcosa di nuovo".
A mio parere stiamo solo girando intorno al vero problema, il vero problema è una questione assai spinosa, ossia la mancanza di lavoro e di competitività.
E' di questo che bisogna discutere, abbiamo la forza lavoro, quanta ne vogliamo, ma non siamo competitivi e quindi non nascono nuove imprese in grado di far crescere il pil.
Se negli anni passati avessimo adottato le giuste politiche industriali oggi non staremo a parlare di giovani disoccupati, precari o prepensionamenti, sia gli uni che gli altri sarebbero utili.
Carmelo Pace
La vera,grande battaglia del 2007,sarà quella di sconfiggere il precariato,e rilanciare la ricerca.
Gli Italiani,i Valdostani potranno ritrovare la fiducia,nel governo, il nostro governo,se alle parole ci saranno fatti.
Noi compagni della base D.S.,i famosi(peones) chiediamo al governo Prodi,ai nostri rappresentanti al governo nazionale e regionale di studiare , mettere in atto,un grande piano per aiutare la ricerca ,l'innovazione,e per sconfiggere il precariato.
Così forse le pensioni saranno garantite e ci sarà un lavoro sicuro per i giovani.
I giovani devono essere in prima linea a progettare il loro futuro, a noi aiutarli,farli crescere, cedendo il passo.
Paolo G.
Care compagne e cari compagni dell'Area Democratica, ho iniziato a seguire, e con piacere, il vostro blog e altrettanto farò per il vostro forum. Permettetemi di inserirmi nel tema dell'innovazione.
Da qualche mese, da quando finalmente siamo all'opposizione, ho attivato una determinata e sistematica azione politica in Consiglio regionale su questo tema.
Non è accettabile cche nel 2007 solo 20 comuni valdostani siano collegati all'ADSL (e neanche per tutto il loto territorio); non è accettabile che il wifi non sia a disposizione almeno nelle aree urbane (università, scuole !), mentre il Wi Max, testato per la prima volta ad Ayas, è oggi dimenticato mentre potrebbe essere una straordinaria possibilità di sviluppo della nostra regione, specie se fornito a prezzi calmierati dalla Regione stessa; non è accettabile che non vi sia alcuna iniziativa per valorizzare il cavo in fibra ottica che corre lungo il fondovalle, ma non ha né ramificazioni né concreti utilizzi, pur essendo stato pagato dall'Amministrazione regionale. Non é accettabile che non si faccia nulla per promuovere la cultura del software libero, da Linux a OpenOffice (come invece realizzato in Umbria!), non é accettabile che l'accesso all'informatica sia ancora classista, perché nelle scuole non ce n'é abbastanza per tutti, perché non c'é una promozione della cultura informatica sistematica su tutto il territorio che coinvolga anche le fasce più deboli e quelle più restie, come la terza età, gli immigrati, i poveri.
Come iniziative, oltre alla denucia istituzionale che, peraltro, ha provocato un recupero in fretta e furia da parte della Giunta, che ha firmato un accordo con Telecom per cambiare le centraline e fornire a tutti i Comuni valdostani l'ADSL edntro 2 anni, abbiamo in preparazione una legge per la promozione istituzionale del free software (la Regione passerebbe ai programmi senza licenza e sostanzialmente obbligherebbe gli enti locali ad adeguarvisi, così come ogni ente o società da essa dipendente)e abbiamo iscritto per il II Consiglio di gennaio una interrogazione per valutare il precariato e le disparità di trattamento nell'informatica valdostana, in particolare tra dipendenti regionali e INVA e sue collegate.
Abbiamo bisogno di tutte e tutti voi per andare avanti su questo argomento. Il termine per farci avere suggerimenti, critiche, proposte, analisi e ogni altra idea "democratica" è mercoledì 24 gennaio. Grazie e ancora complimenti per l'iniziativa! Giovanni Sandri
Caro Giovanni Sandri,
sono molto contento di aver letto questo tuo contributo, i tuoi sono argomenti che sostengo da anni...a proposito ho appena finito di configurare il mio nuovo kernel 2.6.8 linux su Debian, è spettacolare ci sono un sacco di funzioni aggiuntive...consuma anche meno energia, basta guardare il disco del contatore!!
Un saluto
Carmelo Pace
Innanzi tutto un saluto di benvenuto.
Un saluto particolare comprensivo di buone speranze e di ottimismo. E’ vero che la speranza è il sentimento ultimo a morire, ma l’ottimismo, non è da molti poterlo praticare se alla base del convivere non c’è la prerogativa di credere nelle persone che si frequentano. Spero dunque che il nostro rapporto sia esaustivo e qualificante e che i rapporti anche personali siano esaltati dalla autenticità dei valori che pratichiamo. Ora come non notare la tua presenza e soprattutto il tuo scritto. Può essere il presupposto di altre tue presenze per tenerci informati sulle attività della giunta? Può essere l’inizio di una tua presenza anche nel Forum per accettare di discutere con noi alcuni argomenti - suggerimenti da portare avanti, confutarli se del caso, senza ostentazione? Ti ho risposto subito perché il tuo intervento, per noi, è importante per diversi motivi. Primo, perché ci fa piacere la presenza qualificante di “uomo politico” a cui noi abbiamo aperto indiscriminatamente (come a tutti gli altri), e che tu coraggiosamente con la tua denuncia hai rotto il ghiaccio. Secondo, perché potremo chiarire con il nostro agire cristallino e autonomo, che noi non siamo oggetto di strumentalizzazione. Le risposte date ai media da alcuni nostri dirigenti, dopo la nostra presentazione ufficiale, infatti non ci erano piaciute troppo. Caro Giovanni, tu conosci benissimo i miei giudizi sulla tua persona, come credo altrettanto tu della mia, dunque apriamo con speranza e ottimismo al dialogo costruttivo.
Giorgio Bruscia
Volevo,salutare Giovanni,per l'imprvvisata, mi/ci fà piacere vedere un suo scritto sul nostro blog,uno scritto che parla di problemi a noi cari come l'innovazione.
Voglio dargli la mia solidarietà,e se possibile un aiuto del nostro blog e del forum a portare avanti questa sua battaglia in consiglio.
Per il resto,Giorgio è sempre molto esaustivo,e non mi resta che condividere ogni riga del suo scritto.
Giovanni,è stato un grande dispiacere, l'averti visto abbandonare la linea intrapresa per il rinnovamento politico dei D.S.G.V.
Ancora aspetto/iamo spiegazioni,di questo tuo dietro-front.
Paolo G.
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