mercoledì 21 maggio 2008

GOVERNARE LA VALLE D'AOSTA CHE CAMBIA



PREMESSA

Le proposte del Partito Democratico per governare la Valle d'Aosta calano nella realtà concreta della nostra regione lo sforzo di rinnovamento politico e culturale del progetto nazionale.


I grandi cambiamenti economici, tecnologici, demografici, migratori, energetici, climatici e strategici che hanno segnato il passaggio di un secolo, hanno trasformato in pochi anni il volto del pianeta.


La globalizzazione ha effetti positivi e negativi: migliorano le condizioni di vita e di reddito di milioni di uomini che per la prima volta hanno accesso allo sviluppo, ma le disuguaglianze tendono ad accentuarsi, mentre le turbolenze dei mercati finanziari ripropongono rischi di recessione e rendono necessaria una nuova regolazione.


Si sta disegnando un mondo inevitabilmente multipolare e molto meno eurocentrico.


Anche per la Valle d'Aosta diventa indispensabile puntare a relazioni più stabili e organiche con le altre regioni di montagna e con quelle vicine per affermare un modello di sviluppo che regga la sfida dei prossimi decenni.


La XII legislatura regionale che volge al termine ha messo in mostra e aggravato la profonda crisi istituzionale della Regione Autonoma Valle d'Aosta.La crisi peggiora le difficoltà di un sistema economico che non sono più determinate soltanto da situazioni passeggere, ma investono il nucleo stesso del settore industriale e si estendono anche all'agricoltura e al turismo.


Le crisi di governo, la ricomparsa di "franchi tiratori" in Consiglio regionale, il fallimento delle riforme istituzionali, a cominciare da quella dello Statuto, il personalismo esasperato della condotta politica, hanno causato un malessere molto forte tra i cittadini.


Le elezioni politiche del 2006, con la vittoria della lista dell'Alleanza Autonomista Progressista e l'elezione del deputato Roberto Nicco e del senatore Carlo Perrin in contrapposizione ai candidati espressi dalle forze della maggioranza di governo della Regione, sono state un segnale inequivocabile della richiesta da parte degli elettori di cambiare il modo di fare politica in Valle d'Aosta.


Anche le elezioni politiche del 2008 hanno sancito la vittoria dell'Alleanza Autonomista Progressista alla Camera dei deputati, con la conferma di Roberto Nicco. In particolare il risultato di Aosta, dove Nicco ha superato di quasi 10 punti percentuali il candidato della maggioranza regionale, dà una chiara indicazione delle potenzialità dell'Alleanza.


IL PROGRAMMA COMPLETO

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VOCI DALL"ASSEMBLEA DEI DELEGATI

Area Democratica di Giorgio Bruscia
E' mio parere che sia giunta l'ora di formalizzare al nostro interno, una nuova sensibilità politica con nuovi principi che contrastino il formarsi di stravolgimenti, incomprensioni che ci allontanano dal retroterra culturale liberalsocialista che ci ha distinto e connotato. La composizione di questa Area Democratica tende a colmare alcune mancanze, ripensare le diverse amnesie, correggere le molte revisioni che il nostro partito e qui parlo di quello regionale, ha patito costantemente nel tempo. Ho deciso di non confidare più sui nostri riformisti al prosciutto. Noi crediamo negli azzeramenti e nelle successive ricostruzioni. Non vogliamo più sentir parlare di riforma se la parola significa spostare due virgole, purché tutto resti com'è. Ad esempio si è capaci di riformare la complicata situazione finanziaria del partito rendendo inamovibile e certo l’autofinanziamento, basandolo su regole certe, chiare, condivise e rispettate?

La passione politica è finita? di Raimondo Donzel
“I partiti di oggi sono macchine di potere e di clientela: scarsa conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, programmi pochi o vaghi, passione civile, zero.” Queste sono parole di E. Berlinguer. Sono passati 25 anni; ma come sono attuali. La questione morale resta il punto di partenza di ogni ragionamento. È lì a pungolare il nostro agire quotidiano. Per ritrovare un luogo vero di dibattito, alcuni compagni hanno deciso di costruire un’Area democratica. Contro i metodi improvvisati e/o autoritari l’Area democratica vuole che la politica possa tornare ad essere spazio collettivo di espressione autentica delle persone. Fassino promuove il riformismo. Ma ci sono due riformismi. Quello delle chiacchiere e quello dei fatti, che crea rotture e anche scontro sociale (perché attacca lobbies e privilegi). Per fare le riforme ci vuole coraggio (Blair, Zapatero). Di quale riformismo stiamo parlando in Valle d’Aosta?

Partecipazione e discussione della base di Gianfranceschi Paolo
Che siamo tutti democratici non vuol dire nulla, la Partecipazione, la discussione, la sintesi, fanno la democrazia. La nascita di un partito democratico, non è un evento che innalza i nostri cuori. Sopratutto se di questo futuro partito non sappiamo nulla, se non cronache minuziose e forse faziose che documentano la ricerca d’affannosi equilibri tra gruppi dirigenti che lo promuovono o l'ostacolano. Quindi per tutto ciò attenderei i tempi del dibattito nazionale perchè i tempi unici e compressi sono sempre troppo coercitivi. In attesa aderirò al progetto di Area Democratica, proposto dal compagno Donzel dove la "partecipazione" "discussione" e "sintesi" dei compagni della base saranno essenziali, per continuare a lottare, e credere nei valori della sinistra.

Torniamo al dialogo con la gente di Emilio Zambon
Nonostante quel che se ne dica, la logica delle mozioni del Congresso di Quart non è affatto superata. Infatti, mai come oggi, il dibattito politico all’interno del nostro partito è bloccato in uno sterile ostacolarsi tra i due schieramenti, con mezzi talvolta ai limiti delle regole. Questo non interessa, anzi infastidisce i nostri iscritti della Base, che mai come adesso si sentono poco rappresentati dal Partito e faticano a comprendere il suo Gruppo Dirigente. Per un Partito che fa dell’etica la propria bandiera e della presenza sul territorio la propria forza trainante, questo è grave e ci obbliga ad una preoccupata riflessione. Dobbiamo tornare al dialogo con la gente comune; devono tornare argomento centrale del nostro discutere i problemi dei Cittadini e del Territorio, solo così potremo uscirne con un Partito più forte, rinnovato, credibile, Democratico.