lunedì 5 marzo 2007

8 MARZO, FESTA DELLA DONNA. NON DIMENTICHIAMO ...

Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.

L’8 marzo assume oggi un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della donna.
Purtroppo anche le dichiarazioni pseudo favorevoli al mondo femminile che i Tg, e i media faranno, è considerato insostituibile e, dati i tempi si preparano le battute per impressionare l’ingenuo di turno. E magari invece, volendo stigmatizzare duramente il comportamento delle donne nonostante l’impressionante maturità raggiunta, diranno: “Gli istituti di ricerca indicano le donne come migliori guidatrici, più del sesso maschile, ma è bene ricordare che, donna al volante pericolo all’istante”. E via di queste amenità. Il mondo maschile poi per essere allineato con i tempi, come molti pensano, portano a casa un mazzo di mimose, per sentirsi perdonati di avere picchiato la moglie la sera del sette marzo.
Noi di Area Democratica siamo stufe dei fiori, degli elogi, degli spettacoli di spogliarello e delle conferenze che si tengono quel giorno per dire quanto siamo discriminate … l’8 marzo deve essere sempre.

4 commenti:

Area Democratica ha detto...

VOLONTARIATO: A GIOVANNA RABBIA PICCOLO IL PREMIO MIMOSA
(ANSA) - AOSTA, 27 FEB -
A Giovanna Rabbia Piccolo, presidente del Centro Federale di Riabilitazione Equestre Scuola di Volteggio (Avres) di Nus, è stato attribuito il premio nazionale Mimosa promosso dall'associazione internazione della Cultura Universum di Aosta, giunto alla quarta edizione.
La cerimonia di consegna è prevista per domenica prossima (04/03), alle 10, nel salone Ducale del Municipio di Aosta. Oltre alla presidente dell'Avres saranno premiate anche due associazioni di volontariato che operano nel territorio valdostano: il girasole di Quart e l'associazione difesa ammalati psichici (Diapsi). Il premio Mimosa è stato attribuito anche a Teresa Sarti Strada, coofondatrice e presidente di Emergency, e a Graziella Calimero, campionessa mondiale di andibike (bicletta per disabili). (ANSA).

emilio ha detto...

Iran: donne attiviste arrestate

Davanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran

ANSA - TEHERAN, 4 MAR -
Alcune attiviste per i diritti delle donne in Iran sono state arrestate davanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran.Le donne si erano radunate in occasione dell'apertura di un processo per un'altra manifestazione, avvenuta lo scorso anno nel centro di Teheran. Lo hanno riferito alcuni avvocati delle imputate e imputati per la prima iniziativa, citati dall'agenzia Isna. 'Alcune persone sono state arrestate durante un raduno', ha detto l'avvocatessa Nasrin Sotudeh.

emilio ha detto...

Verso l’8 marzo.
«Ahmadinejad sta aumentando la repressione contro le donne perché conosce il loro potere straordinario e teme che siano proprio le donne a far cadere il suo tirannico regime. La cosa più importante per le donne iraniane è avere la solidarietà della comunità internazionale. Bisogna puntare i fari sulle donne, sbattendo Ahmadinejad giù dal piedistallo»
Azar Nafisi, scrittrice iraniana, Corriere della Sera del 5 marzo

giorgio.b ha detto...

Con il passare degli anni l'8 marzo è diventata per tutto il mondo la giornata del ricordo, non solo per commemorare le vittime di quella tragedia, ma anche per stimolare una riflessione ed un bilancio sul ruolo della donna nella società moderna. La mimosa è stata assunta a simbolo di questa giornata perché la fabbrica distrutta dall'incendio era circondata da prati in fiore, e chi si recò sul luogo li raccolse e li depose davanti alle macerie in ricordo delle vittime; quei fiori erano per lo più mimose.

Passano gli anni e la memoria fa brutti scherzi, le donne attendono quel giorno per fare esattamente quello che fanno tutti i giorni, solo che possono permettersi di farlo con l'aggiunta di un pizzico di ripicca nei confronti dell'uomo che, se per caso si dimentica il rametto di mimosa, passa un brutto guaio;può scordarsi dell'esistenza della donna 364 giorni all'anno ma non quello, il tutto per la gioia dei fiorai che riescono a produrre da un ramo di mimosa tanti mazzettini infiocchettati al “modico” prezzo almeno triplo del valore commerciale.

A questo punto c'è da domandarsi: è questo che Rosa Luxemburg pensava quando propose l'8 Marzo come giornata non solo del ricordo della tragedia di New York ma soprattutto di lotta internazionale per la rivendicazione dei diritti delle donne? Ovviamente la risposta, scontata, è no; una società dove l'apparenza conta più della sostanza e dove ci si mette la “coscienza a posto“ donando e ricevendo un mazzolino di mimosa non pare gran cosa.

Ci sono altre cose più importanti riguardanti le donne che in questa data, e non solo, andrebbero ricordate e rivendicate.

L'8 Marzo è il simbolo dell'emancipazione femminile; un obiettivo via via snaturato e rimosso nella coscienza collettiva fino ad essere ridotto ad un puro e semplice “battage” commerciale.

Ma l'emancipazione femminile è la strada obbligata per chi vuole che le donne godano degli stessi diritti degli uomini, in teoria e in pratica, nella giurisprudenza e nella legislazione, sul piano materiale ed economico, nella morale e nel costume, ovunque nelle istituzioni, nelle professioni, nell'istruzione, nella famiglia, nella politica.

Perché l'emancipazione femminile è una necessità vitale per l'emancipazione della società e dell'intera umanità. Vi è fra di esse un legame inscindibile. L'una non può fare a meno dell'altra."

VOCI DALL"ASSEMBLEA DEI DELEGATI

Area Democratica di Giorgio Bruscia
E' mio parere che sia giunta l'ora di formalizzare al nostro interno, una nuova sensibilità politica con nuovi principi che contrastino il formarsi di stravolgimenti, incomprensioni che ci allontanano dal retroterra culturale liberalsocialista che ci ha distinto e connotato. La composizione di questa Area Democratica tende a colmare alcune mancanze, ripensare le diverse amnesie, correggere le molte revisioni che il nostro partito e qui parlo di quello regionale, ha patito costantemente nel tempo. Ho deciso di non confidare più sui nostri riformisti al prosciutto. Noi crediamo negli azzeramenti e nelle successive ricostruzioni. Non vogliamo più sentir parlare di riforma se la parola significa spostare due virgole, purché tutto resti com'è. Ad esempio si è capaci di riformare la complicata situazione finanziaria del partito rendendo inamovibile e certo l’autofinanziamento, basandolo su regole certe, chiare, condivise e rispettate?

La passione politica è finita? di Raimondo Donzel
“I partiti di oggi sono macchine di potere e di clientela: scarsa conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, programmi pochi o vaghi, passione civile, zero.” Queste sono parole di E. Berlinguer. Sono passati 25 anni; ma come sono attuali. La questione morale resta il punto di partenza di ogni ragionamento. È lì a pungolare il nostro agire quotidiano. Per ritrovare un luogo vero di dibattito, alcuni compagni hanno deciso di costruire un’Area democratica. Contro i metodi improvvisati e/o autoritari l’Area democratica vuole che la politica possa tornare ad essere spazio collettivo di espressione autentica delle persone. Fassino promuove il riformismo. Ma ci sono due riformismi. Quello delle chiacchiere e quello dei fatti, che crea rotture e anche scontro sociale (perché attacca lobbies e privilegi). Per fare le riforme ci vuole coraggio (Blair, Zapatero). Di quale riformismo stiamo parlando in Valle d’Aosta?

Partecipazione e discussione della base di Gianfranceschi Paolo
Che siamo tutti democratici non vuol dire nulla, la Partecipazione, la discussione, la sintesi, fanno la democrazia. La nascita di un partito democratico, non è un evento che innalza i nostri cuori. Sopratutto se di questo futuro partito non sappiamo nulla, se non cronache minuziose e forse faziose che documentano la ricerca d’affannosi equilibri tra gruppi dirigenti che lo promuovono o l'ostacolano. Quindi per tutto ciò attenderei i tempi del dibattito nazionale perchè i tempi unici e compressi sono sempre troppo coercitivi. In attesa aderirò al progetto di Area Democratica, proposto dal compagno Donzel dove la "partecipazione" "discussione" e "sintesi" dei compagni della base saranno essenziali, per continuare a lottare, e credere nei valori della sinistra.

Torniamo al dialogo con la gente di Emilio Zambon
Nonostante quel che se ne dica, la logica delle mozioni del Congresso di Quart non è affatto superata. Infatti, mai come oggi, il dibattito politico all’interno del nostro partito è bloccato in uno sterile ostacolarsi tra i due schieramenti, con mezzi talvolta ai limiti delle regole. Questo non interessa, anzi infastidisce i nostri iscritti della Base, che mai come adesso si sentono poco rappresentati dal Partito e faticano a comprendere il suo Gruppo Dirigente. Per un Partito che fa dell’etica la propria bandiera e della presenza sul territorio la propria forza trainante, questo è grave e ci obbliga ad una preoccupata riflessione. Dobbiamo tornare al dialogo con la gente comune; devono tornare argomento centrale del nostro discutere i problemi dei Cittadini e del Territorio, solo così potremo uscirne con un Partito più forte, rinnovato, credibile, Democratico.